martedì 25 maggio 2010

Chi Siamo

Questo blog non è altro che un posto dove "aspettare" tutti insieme l'arrivo di un nuovo settimanale cartaceo, "The Week". Del settimanale e del suo sito "Dailyweek.it". 
The Week è il "settimanale degli italiani nati dopo il 1° Gennaio 1970". Insomma, per gli under 40, la generazione degli esclusi, dei vessati, degli emarginati. 
The Week nasce dalle esperienza di un gruppo di amici, di giornalisti, di professionisti, ovviamente under 40, che credono fermamente che l'Italia debba, per decollare, sovvertire completamente alcune regole su cui questo nostro paese sembra essersi impantanato. 
The Week ha idee chiare: questa classe dirigente, che governa l'Italia da venti anni, ci ha portato verso il declino. Ed è ora che si faccia da parte, semplicemente perché ha dimostrato di non essere più in grado di sviluppare, di pensare, di progettare un'idea di futuro di questo paese. 
Da venti anni siamo davanti agli stessi problemi che non riescono a trovare una soluzione: le pensioni, la disoccupazione, la transizione dalla prima alla seconda repubblica, la scarsa mobilità sociale, il Sud, le infrastrutture. Loro, "i vecchi" non sono stati in grado di trovare una soluzione per nessuno di questi problemi. Hanno pensato solo e soltanto alla conservazione dell'esistente, iniziando da se stessi, dai loro privilegi e dalle loro posizioni. Perpetuarsi è stato ed è il loro dogma. Far saltare questo equilibrio è il nostro obiettivo. 
Questo blog vuole essere un laboratorio di idee - aperto a tutti - proprio su questi argomenti. Cerchiamo di creare insieme il magazine degli under 40, di coloro che credono che le idee nuove DEBBANO camminare su gambe nuove. Che solo chi è nuovo, possa creare scenari nuovi. Di chi ritiene che in Italia ci sia bisogno di un po' di aria fresca.
Ci piacciono le persone che non rispettano la fila, anzi, quelli che la fila proprio non la fanno, la rifiutano a prescindere, preferiamo quelli che gareggiano. Odiamo la cooptazione, arma con cui l'attuale classe dirigente tiene in scacco la nostra generazione. La rifiutiamo. Anzi, vogliamo abbatterla. 
Discutiamone insieme, creiamo una nuova classe dirigente, una nuova opinione pubblica. 

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