domenica 12 giugno 2011

La mia vicina di casa / 1

Ho un problema con le mie vicine di casa. Sono una madre e una figlia. Vivono in due appartamenti diversi del mio palazzo, una a piano terra, con tre cani, e la figlia al terzo piano, da sola, sotto casa mia.

Sono entrambe fuori di testa. La madre è fuori di testa in maniera simpatica. La figlia in maniera aggressiva. Litigano sempre: per telefono, in mezzo alle scale, nel giardino della mamma al piano terra.

Urlano spesso. Una volta si sono anche insultate in mezzo alla strada.

Oggi, stavo uscendo dal palazzo e incontro sulla mia via la figlia. Viene verso di me con il suo cappellino di paglia e lo sguardo un po' da matta. Che ti mette paura. Almeno a me.

Mi ferma.
(ahia)
Figlia pazza: "Senta le devo chiedere una cortesia"
Io: "mi dica" (oddio che vole questa?)
F.P.: "Dovrebbe smetterla di camminare con i tacchi dall'1 alle 3 di notte. Potrebbe mettersi le pantofole?"
Io: "Silenzio...."
F.P.: "E' che mi sveglia. Tutte le notti tra l'1 e le tre"
Io: "Veramente io dormo a quell'ora"...
F.P. "Evidentemente c'è qualcuno che cammina con i tacchi..se può dirgli di non farlo..."
Io: "Vivo solo....."
F.P. "io vivo sotto di lei...basta che si mette le pantofole"...
Io: "Ma io per caso con i tacchi non vado in giro neanche alle 16 del pomeriggio"...
F.P: Ma io mi sveglio ogni notte...sempre tra l'1 e le 3...E' sicuro?
Io: Io dormo a quell'ora, e di certo non vado in giro con i tacchi, neanche di giorno.
F.P. E allora chi è??
Io: La guardo attonito.....facendo un passo indietro
F.P: "Allora sarà quella del piano di sotto..."...
Io: "Boh...."
F.P."E allora fermo quello del piano di sotto a me. Se non è lei, è lui. Non si scappa".
Io: "Va beh....'ngiorno" (fuggendo)

martedì 25 maggio 2010

Chi Siamo

Questo blog non è altro che un posto dove "aspettare" tutti insieme l'arrivo di un nuovo settimanale cartaceo, "The Week". Del settimanale e del suo sito "Dailyweek.it". 
The Week è il "settimanale degli italiani nati dopo il 1° Gennaio 1970". Insomma, per gli under 40, la generazione degli esclusi, dei vessati, degli emarginati. 
The Week nasce dalle esperienza di un gruppo di amici, di giornalisti, di professionisti, ovviamente under 40, che credono fermamente che l'Italia debba, per decollare, sovvertire completamente alcune regole su cui questo nostro paese sembra essersi impantanato. 
The Week ha idee chiare: questa classe dirigente, che governa l'Italia da venti anni, ci ha portato verso il declino. Ed è ora che si faccia da parte, semplicemente perché ha dimostrato di non essere più in grado di sviluppare, di pensare, di progettare un'idea di futuro di questo paese. 
Da venti anni siamo davanti agli stessi problemi che non riescono a trovare una soluzione: le pensioni, la disoccupazione, la transizione dalla prima alla seconda repubblica, la scarsa mobilità sociale, il Sud, le infrastrutture. Loro, "i vecchi" non sono stati in grado di trovare una soluzione per nessuno di questi problemi. Hanno pensato solo e soltanto alla conservazione dell'esistente, iniziando da se stessi, dai loro privilegi e dalle loro posizioni. Perpetuarsi è stato ed è il loro dogma. Far saltare questo equilibrio è il nostro obiettivo. 
Questo blog vuole essere un laboratorio di idee - aperto a tutti - proprio su questi argomenti. Cerchiamo di creare insieme il magazine degli under 40, di coloro che credono che le idee nuove DEBBANO camminare su gambe nuove. Che solo chi è nuovo, possa creare scenari nuovi. Di chi ritiene che in Italia ci sia bisogno di un po' di aria fresca.
Ci piacciono le persone che non rispettano la fila, anzi, quelli che la fila proprio non la fanno, la rifiutano a prescindere, preferiamo quelli che gareggiano. Odiamo la cooptazione, arma con cui l'attuale classe dirigente tiene in scacco la nostra generazione. La rifiutiamo. Anzi, vogliamo abbatterla. 
Discutiamone insieme, creiamo una nuova classe dirigente, una nuova opinione pubblica. 

martedì 18 maggio 2010

Calcio e social Network


Tutti i giornali online questa mattina mostrano nella loro homepage il video della "Remontada", ovvero del tentativo del Barcellona di qualificarsi per la finale di Champions League di Madrid ribaltando il 3 a 1 subito a San Siro contro l'Inter. Il video è stato realizzato dalla Tv del Barca, e caricato sul canale Youtube ufficiale del Barcellona


Il Barcellona non si è limitato a questo solo Spot in realtà. Praticamente ne sta sfornando uno al giorno, coinvolgendo tutta la squadra, e cercando di mobilitare i propri fan. E la mobilitazione dei supporter non avviene solo tramite i normali  mezzi di comunicazione (radio, tv, giornali), ma anche e soprattutto attraverso il web e in particolare i social network e il web 2.0. 


(Secondo video del Barca, con al centro il numero 2, i gol che servono per la remontada)

La comunicazione online parte - ovviamente - dal sito ufficiale del Barcellona, un sito multilingue. Ma non si esaurisce lì. La vera differenza con la comunicazione online delle maggiori squadre italiane nasce proprio dall'utilizzo dei social network. Partiamo proprio da Youtube. Insomma, dalle basi. Il canale youtube del Barca, rigorosamente in catalano, vanta oltre 28mila iscritti, ed è il secondo canale spagnolo per sottoscrizioni ed ha ad oggi 442 video caricati.
Proviamo a fare un confronto con la sua rivale italiana. L'Inter, squadra peraltro dotata di un ottimo canale youtube. 382 video caricati, poco più di 10mila iscritti, ma una comunicazione più istituzionale, saltuaria e soprattutto meno mirata a coinvolgere e mobilitare i supporter. 

Un esempio - eclatante - di utilizzo maldestro di Youtube viene dalla As. Roma (evitando ogni commento sul sito del club giallorosso, non è il caso di infierire). Infatti, il canale youtube ufficiale della Roma ha 906 iscritti, ma un solo video caricato (!) che peraltro è un appello di Francesco Totti in favore dei bambini colpiti dalla tragedia di Haiti.


Ma è sui social network, che il divario diventa imbarazzante. Per oggi un solo piccolo dato, poi torneremo a parlarne in maniera più diffusa. Tra le big del calcio italiano solo il Milan ha una fan page ufficiale su Facebook. Una pagina con un buon numero di sostenitori: oltre 580mila. 

Niente di paragonabile con il 1.829.560 fan del Barcellona. Che, ovviamente, ha anche un profilo twitter. Twitter che, a giudicare dalla comunicazione online dei nostri club, rappresenta un qualcosa di assolutamente sconosciuto per le menti dei dirigenti sportivi italiani.